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Dimensioni
⌀ 34 cm
Anno
2023
Materiale
Murano Glass, 24K gold leaf and glass enamels
Tecnica
Graffito
Prezzo
Su richiesta
Autore
Riccardo Toso Borella
oppure
Breve descrizione
Riccardo Toso Borella, nella sua opera graffita su vetro, cattura l’essenza del mito della Battaglia di Anghiari di Leonardo, ormai perduta, ma eterna nelle sue copie. Il vetro diventa il mezzo simbolico per oltrepassare la bandiera di Vasari su cui è issata la scritta “CERCA TROVA”, dipinta specularmente sul retro con smalto bianco, e suggerire che l’affresco leonardesco possa ancora celarsi dietro di essa. Il verso di Leonardo “Ciò che non ha termine non ha figura alcuna” invita a riflettere sull’idea di un’opera divenuta eterna perché propriamente priva di figure. L’uso dell’oro sacralizza questa illusione, sospendendola in una dimensione senza tempo.
Descrizione
La Battaglia di Anghiari di Leonardo è proprio come un mito. Come quest’ultimo essa abita il nostro patrimonio culturale. Come il mito si tramanda di bocca in bocca e da aedo ad aedo per poi trovare forma scritta, anche l’opera di Leonardo si è tramandata di artista in artista, di copia in copia, traboccando fino a noi. Come il mito che si innerva nell’oralità, anche il dipinto leonardesco ha la sua origine in una forma evanescente: l’affresco infatti è andato distrutto nel giro di poco. Leonardo stava sperimentando una nuova tecnica a base di cera, con cui voleva riscoprire quella antica dell’encausto. Una volta scomparso l’affresco, ciò che è rimasto di esso non fu altro che la sua eco.
Diversi artisti, tra cui Rubens, ci hanno restituito una fotografia dell’eroica battaglia, traendo spunto probabilmente anche dai cartoni preparatori di Leonardo. Giorgio Vasari, chiamato al Palazzo Vecchio di Firenze per eseguire alcuni affreschi proprio nel luogo dove l’opera leonardesca era dipinta, ne realizza uno che presenta una piccola bandiera verde con una scritta bianca, “CERCA TROVA”.
Per anni i ricercatori, animati da quell’enigmatico invito, hanno cercato di trovare la Battaglia di Anghiari, o almeno alcuni suoi frammenti. Per fare ciò hanno sondato il palinsesto murale al di sotto dell’affresco vasariano, ma senza trovare nulla.
Riccardo Toso Borella in quest’opera prende spunto dalla vicenda a tratti enigmatica che caratterizza la storia di questa battaglia: egli parte dall’idea di fare finta che la scena sia dipinta proprio sul retro di quella bandiera vasariana. Infatti nell’opera graffita non solo si possono notare le pieghe del tessuto e una leggera deformazione delle figure, ma sul retro è dipinta con uno smalto bianco la stessa scritta vasariana: “CERCA TROVA”. È la trasparenza del vetro a permettere effettivamente e simbolicamente all’artista di restituire una velleitaria illusione, quella di sospendere il vincolo della materia che forse cela nell’oblio la magnifica opera di Leonardo sotto all’affresco vasariano. È il vetro a perforare la bandiera/barriera di Vasari e ad aprire le porte verso un mondo speculare al di là dei limiti del nostro.
Ai vertici della composizione e scritto specularmente come soleva fare Leonardo, l’artista colloca un verso tratto dal Codice Arundel; “Ciò che non ha termine non ha figura alcuna”. L’accostamento scelto da Riccardo Toso Borella suggerisce quindi una riflessione sul fatto che è la stessa battaglia di Anghiari, proprio per il fatto di non avere propriamente alcuna figura , ad essere senza termine. L’oro poi contribuisce a sacralizzare il mitico disegno in una dimensione atemporale, come vuole “l’esegesi” del linguaggio storico artistico.
In quest’opera si fondono insieme quindi diversi aspetti, la storia, l’enigma, la speranza, il simbolo del vetro e dell’oro, la specularità del vetro e della scrittura leonardiana; il tutto viene saldato nella visione artistica di Riccardo Toso Borella.