L’artista
Riccardo Toso Borella
Classe 1997, Riccardo nasce a Venezia e vive da sempre nell’isola di Murano. Sin da piccolo è evidente la sua grande abilità nel disegno e una profonda vocazione creativa. Dopo la maturità classica sceglie di passare per un lungo processo di formazione tecnica ed artistica, che investe gli ambiti più disparati, dalla musica al “Graffito”: durante gli anni di apprendistato col padre, il maestro Marco Toso Borella, Riccardo frequenta l’Università Internazionale dell’Arte di Venezia dove consegue dapprima una borsa di studio come migliore studente del suo anno e poi il diploma di Tecnico del Restauro. Affianca a questo impegno quello del canto e del pianoforte, che studia per anni al Conservatorio di Musica Benedetto Marcello di Venezia. Questa formazione musicale gli permette, oltreché distinguersi per le sue doti canore, di sperimentare alcuni interessanti arrangiamenti che scrive per i complessi corali diretti dal padre come “Spirto di Dio”.
Successivamente sceglie di iscriversi all’indirizzo Storico Artistico della facoltà di Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove consegue due borse di studio per merito e si laurea su un argomento che ha di nuovo sapore di casa: I Dossali lignei della perduta Scuola Grande di San Giovanni Battista dei Battuti di Murano. La tesi si distingue nel settore della ricerca storico artistica per alcune inedite considerazioni di carattere iconologico, che fanno di Riccardo uno dei massimi esperti di questo capitolo della storia muranese.
Lo stemma della famiglia Toso
La famiglia Toso (o Tosi) è presente a Murano fin dalla metà del Trecento. Come si legge in Marco Toso Borella, Stemmi di famiglie muranesi, Venezia, 2001 lo stemma compare «nel “Libro d’Oro di Murano”, il registro istituito dal 1601 ed aperto nel 1605 a cui venivano iscritti coloro che, essendo nati in isola da padre anch’egli originario di Murano o dello stato veneziano, potevano entrare nei Consigli, esercitare l’Arte del vetro, avere diritto alle ampie concessioni di cui godeva la “Magnifica Comunità” muranese, accedere a pubbliche cariche e, di conseguenza, avere la possibilità di battere moneta con il proprio nome ed arma.»
Lo stemma compare anche nelle Oselle coniate nel 1741 e nel 1742, medaglie che erano vere e proprie valute che «Murano ebbe il privilegio di coniare, unica oltre a Venezia tra le città del Serenissimo dominio» con incisi i nomi e gli stemmi dei suoi cittadini più illustri: Camerlenghi e Deputati. Erano «monete d’argento o, in alcuni casi, d’oro. Esse traggono il loro nome dal fatto che sostituirono, a partire dal 1521, un dono che il Doge era solito fare annualmente ai patrizi Veneziani e che non poteva più essere soddisfatto in natura: cinque anatre selvatiche dalle zampe rosse, “oseli de valle”, appunto.»
Il primo esemplare di osella muranese pervenutoci è del 1561, ma è sicuro che ne siano state emesse altre prima. A proposito dello stemma dei Toso o Tosi «Gli smalti presenti sono l’azzurro del campo inferiore e l’oro della “A” rovesciata». La lettera deriva dall’alfabeto fenicio dove viene indicata col nome “Alph” cioè toro, di cui ricorda le sembianze una volta rovesciata. Esso è emblema di vita e fertilità, e come prima lettera dell’alfabeto sta significare anche l’inizio. Nel campo superiore si erge un’aquila, simbolo di Zeus, connotando lo stemma come una «simbiosi vita terrena – divinità». Esistono a Murano altre armi dei Toso incise o scolpite, due delle quali nella chiesa dei SS. Maria e Donato, e una in Fondamenta Manin, di fattura moderna.