I Toso Borella
La storia della famiglia
La famiglia Toso (o Tosi) si distinse nella vita pubblica e artistica dell’isola di Murano ricoprendo posizioni di prestigio perfino nella sfera ecclesiastica, come nel caso di Giovambattista Toso, prete della parrocchia di S. Donato della fine del XVIII secolo, e divenne nel tempo molto numerosa. Si andarono quindi a creare, in un contesto ristretto come quello muranese, vari soprannomi caratteristici per differenziare i diversi rami della famiglia l’uno dall’altro. Il ramo dei “Borella” è uno di questi.
I Toso Borella divennero famosi nell’arte della pittura su vetro e in quella della fabbricazione delle elaborate cornici dei famosi specchi veneziani. Diversi furono gli esponenti di spicco della famiglia, ma in particolare vanno ricordati i fratelli Angelo e Francesco Toso Borella, suo figlio Vittorio e le sorelle di questi Rosalia, Linda, Alice, e Amalia. Nel secondo dopoguerra la vena artistica vetraria dei Toso Borella sembra indebolirsi in favore dell’altra peculiarità della famiglia, l’arte dei “marangoni” ovvero dei falegnami.
L’attività si orienta perciò più verso la costruzione di imballaggi e di strutture lignee per specchi, ricevendo anch’essa premi e riconoscimenti internazionali. Fu Marco Toso Borella negli anni ’70 che, autodidatta come Francesco, seppe recuperare la tradizione artistica dei suoi antenati, elevando l’arte decorativa su vetro ad un rango pittorico, creando veri e propri quadri su vetro. Riccardo Toso Borella si inserisce in questo contesto come l’ultimo degli esponenti della famiglia che è anche interprete dell’arte dei Toso Borella, cui ha sempre guardato con rispetto, fascino e ammirazione.
Un po’ come Vittorio con suo padre Francesco prima di lui, Riccardo guarda a suo padre Marco come mentore e maestro, in una dinamica di continuazione ed innovazione generazionale, di riconoscimento e di invenzione artistica che è sia unica, sia tratto ereditario.
Un’arte di famiglia, gli interpreti d’eccezione
Niente di nuovo si può creare se non si impara come si è fatto prima tutto il resto.
La tecnica con cui Riccardo Toso Borella realizza le sue opere si chiama “Graffito” e consiste nell’incisione di precisione della lamina dorata applicata su vetro. Alcuni esempi di manufatti creati con questa tecnica provengono dal mondo dell’antica Roma. Venezia, in stretti legami con Bisanzio fin dalla propria origine, seppe essere terra feconda per ereditare questo patrimonio artistico.